Trova l'acqua giusta per te!
La minerale può essere considerata un elisir di prevenzione. Guida completa alla scelta, anche in base all'età, con l'aiuto degli esperti
A ciascuno la sua bottiglia di minerale. Si dice che noi siamo ciò che mangiamo. Si potrebbe aggiungere anche che siamo ciò che beviamo.
L’acqua, si può dire, è un elisir di prevenzione. Del resto, di quello siamo fatti. Per lo più. «Il corpo di un bambino è composto di liquidi per l’80%, quello di un adulto per il 60%», ricorda Umberto Solimene, cattedratico dell’Università di Milano che studia il rapporto tra acqua (terme incluse) e salute. «Solo negli anziani la percentuale scende al 45%».
Dunque, acqua. «Bere nella quantità adeguata vuol dire permettere alle cellule e a tutti i loro preziosi meccanismi di funzionare, mantenere un peso corporeo adeguato, una pressione arteriosa il più possibile giusta», dice Giovanna Gatti, senologa e supervisore scientifico della Fondazione Umberto Veronesi (che alle acque minerali ha dedicato uno dei suoi quaderni, Libertà di sapere, libertà di scegliere). «E significa anche eliminare rapidamente attraverso le urine tutti i cataboliti, cioè le sostanze che non ci servono più (e che, se accumulate, possono rivelarsi dannose). Il fabbisogno idrico giornaliero si aggira sui due litri, due litri e mezzo (salvo rare malattie per le quali le esigenze siano diverse), di cui almeno un litro e mezzo dev’essere reintegrato tramite acqua. Il resto è sostituito da altre bevande e da alimenti come frutta e verdura (costituiti anche per il 90% da acqua)».
Quindi, il primo messaggio che ogni medico trasmette è sempre di bere adeguate quantità di acqua. Ma il secondo messaggio non è meno importante: la scelta della minerale può contribuire a mantenere la salute. «Bisogna fare chiarezza», dice Umberto Veronesi, «perché anche l’acquisto o la scelta di un’acqua rispetto a un’altra avvenga con consapevolezza»
Le acque minerali non sono tutte uguali. Possono essere classificate per la quantità preponderante di uno dei sali minerali presenti (oligoelementi). «In termini scientifici si definiscono oligoelementi», prosegue Imperato. «Questi sali minerali svolgono un ruolo estremamente importante per l’organismo, tanto da essere considerati micronutrienti, al pari delle sostanze che si assumono attraverso gli alimenti solidi», prosegue Imperato. Sono presenti sul mercato acque bicarbonate, solfate, clorurate, calciche, magnesiache, fluorate, ferruginose, acidule, sodiche e di solito questa definizione è ben leggibile sull’etichetta. Ognuna di queste acque, grazie alla presenza significativa di un particolare elemento, può essere di aiuto per l’organismo, e contribuire a prevenire l’insorgenza di alcune tra le più comuni patologie».
I TIPI DI ACQUA
Acque bicarbonate. Sono quelle il cui contenuto di bicarbonato supera i 600 milligrammi per litro. «Sono perfette per coloro che soffrono di ipersecrezione gastrica, cioè produzione di troppo acido nello stomaco, e di alcune patologie renali correlate al metabolismo dell’acido urico», suggerisce Nicola Di Paolo (puoi chiedergli un consulto su OK), docente di nefrologia all’Università di Siena.
Acque solfate. Hanno un contenuto di solfati superiore a 200 milligrammi per litro. «Sono lievemente lassative e sono indicate anche in caso di insufficienze digestive», continua Di Paolo.
Acque clorurate. Hanno un’azione riequilibratrice dell’intestino, delle vie biliari e del fegato. Anche queste acque svolgono funzione purgativa.
Acque calciche. Agiscono a livello dello stomaco e del fegato. Considerato che l’apporto di calcio è superiore a 150 milligrammi per litro, il loro regolare consumo è indicato durante la crescita, in gravidanza o in menopausa, oppure per arricchire la dieta delle persone anziane, contribuendo a prevenire l’osteoporosi e l’ipertensione. Sono indicate anche a chi non tollera il latte. C’è un luogo comune da smentire: gli studi epidemiologici hanno dimostrato che non c’è correlazione tra l’assunzione di acqua ricca di calcio e la maggiore incidenza di calcoli renali.
Acque magnesiache. Aiutano la digestione perché il solfato di magnesio fa fluire meglio la bile nella contrazione della colecisti.
Acque fluorate. Sono utili per rinforzare la struttura dei denti e per prevenire la carie dentaria. Possono essere un valido aiuto contro l’osteoporosi.
Acque ferruginose. Sono indicate in caso di anemia da carenza di ferro. Utili quindi nei soggetti a fabbisogno elevato di ferro: lattanti, adolescenti e donne in gravidanza e chi non mangia carni.
Acque acidule. Le acqua acidule, come l’effervescente naturale, sono adatte a chi soffre di problemi gastrici.
Acque sodiche. Influenzano positivamente l’eccitabilità neuromuscolare. Sono indicate a chi pratica intensa attività fisica per reintegrare i sali persi con la sudorazione, ma da evitare nelle diete iposodiche, come quelle per l’ipertensione.
Acque povere di sodio. Sono consigliate a persone che devono seguire una dieta povera di sale o combattere la pressione alta.
IL RESIDUO FISSO
C’è anche un altro tipo di classificazione delle acque minerali, così come previsto dalla legge italiana: si basa sulla quantità di sali disciolti in un litro di acqua, definita tecnicamente come residuo fisso.
Acqua minimamente mineralizzata. È la più leggera, con un residuo fisso che non superi i 50 milligrammi per litro. «Ha il minor quantitativo di sali disciolti in assoluto», spiega Massimiliano Imperato, professore incaricato di idrologia e idrogeologia alla Seconda Università di Napoli. «Leggera non è una qualità, solo una caratteristica. E non vuol dire dietetica. L’acqua, sempre, ha zero calorie». Precisa Gatti: «Per chi soffre di calcoli renali la scelta ricade su queste acque o sulle oligominerali, particolarmente utili per eliminare le scorie, anche se recenti scoperte hanno dimostrato che anche un’acqua dura, cioè ricca di calcio e bicarbonato, può aiutare a prevenire la formazione di calcoli».
Acqua oligominerale, o leggermente mineralizzata. Da un residuo fisso inferiore a 500 milligrammi per litro. «Quando favorisce la diuresi e la diminuzione del sodio in eccesso, che è il responsabile dell’aumento della pressione e dell’affaticamento cardiaco, è indicata per chi soffre di ipertensione», continua Imperato.
Acqua medio minerale. È quella il cui residuo fisso varia tra 500 e 1.000 milligrammi per litro.
Acqua particolarmente ricca di sali. Ha un residuo fisso superiore a 1.000 milligrammi per litro. «In generale stimola la digestione», dice Vittorio Coiro, professore di medicina termale all’Università di Parma. «Indicata anche per i lattanti, può essere usata per allungare il latte in polvere».
ACQUA PER OGNI ETÀ
Ecco quali sono le acque minerali consigliate per fasce d’età.
Bambino: acqua medio minerale, ricca di calcio, magnesio e fluoro.
Adolescente: acqua medio minerale bicarbonato calcica e magnesiaca.
Adulto: acqua oligominerale e medio minerale in funzione dei momenti e degli stili di vita.
Donna incinta: acqua calcica.
Donna in menopausa: acqua calcica.
Anziano: l’importante è bere, soprattutto un’acqua calcica e solfato magnesiaca.
ACQUA PER OGNI STAGIONE
Molta gente si affeziona al gusto di un’acqua. Legarsi a una bottiglia è però un’abitudine sbagliata.
«Sarebbe utile cambiare spesso, perché ogni minerale è caratterizzata da un diverso contenuto di sali e variando la scelta si riesce meglio a soddisfare il bisogno dell’organismo», avverte Cannella.
IN ESTATE. Consigliabile un’acqua in grado di contrastare la perdita di sali dovuta alla sudorazione.
D’INVERNO. Durante i mesi freddi, in cui è più facile bere meno, meglio optare per un’acqua più leggera, meno ricca, per mantenere l’azione depurativa dalle scorie azotate.
COME SI LEGGE L’ETICHETTA
Ph. È il parametro che misura l’acidità dell’acqua. Il valore 7 indica acqua neutra. Più il valore è inferiore a 7, più è acidula. Più è superiore, più è alcalina. Le acque addizionate con anidride carbonica sono solitamente acque acidule perché questo gas si scioglie in acqua come acido carbonico.
Nitriti e nitrati. Sono i parametri tenuti maggiormente sotto controllo per la loro valenza legata all’inquinamento. I nitriti sono indicatori di inquinamento che devono essere presenti sotto il limite indicato dalla normativa (il limite massimo consentito è 0,02 mg/L). Per i nitrati il limite massimo per gli adulti è 45 mg/L.
Sostanze caratterizzanti disciolte. Qui si trovano l’elenco e le quantità dei sali minerali presenti in modo significativo in un litro di acqua.
Temperatura. Indica in gradi centigradi la temperatura alla sorgente e quindi al momento dell’imbottigliamento.
Residuo fisso. È una misura di laboratorio che indica il contenuto di sali minerali disciolti nell’acqua dopo l’evaporazione di un litro di acqua a 180°.
Conducibilità elettrica. È una misura di laboratorio che, attraverso un esperimento di passaggio di corrente elettrica nell’acqua, misura la presenza, più o meno abbondante, di sali minerali; maggiore è la conducibilità maggiore è la presenza di sali minerali.
Oltre alle indicazioni di quantità e tipologia di minerali, l’etichetta potrà riportare ulteriori indicazioni approvate dal ministero della Salute dopo aver visionato e validato gli studi clinici e farmacologici presentati dall’azienda imbottigliatrice e che possono essere utili nella scelta dell’acqua più corretta, quali: può avere effetti diuretici; può avere effetti lassativi; indicata per l’alimentazione dei neonati; indicata per le diete povere di sodio; indicata per la preparazione degli alimenti dei neonati; stimola la digestione (o terminologia simile); può favorire le funzioni epato-biliari (o terminologia simile); contiene calcio altamente assimilabile.
Mario Pappagallo